Carico

Adesso comincio a fare sul serio. Il tempo si e’ messo (speriamo) definitivamente al bello, smaltita la maratona di Londra, l’anniversario dei miei e il mio compleanno (con una piada al prosciutto a pranzo ed un gelato post cena), gli allenamenti assumono una caratteristica piu’ consona ad una preparazione da Ironman. Ed ecco dunque che mercoledi (2 maggio) una bella nuotata all’ora di pranzo (grazie a Jacopo e Luca per avermi costretto a tenere un certo passo, senno’ io facevo il bagno invece di una seduta di nuoto…) ha anticipato una corsetta ai Giardini Margherita nel tardo pomeriggio con Carla.
Il giovedi pero’ ho dovuto riprendermi. E cosi’ il venerdi ho inforcato la bici e mi sono fatto un bel giro, cercando di seguire il percorso della Dieci Colli, ma una volta arrivato a Gaggio Montano mi sono perso, e non ho trovato di meglio che scendere a Silla e farmi un gran pezzo della Porrettana, che gia’ e’ piena di camion, auto e moto ha pure un fondo che il pave’ dell’Aremberg e’ una tavolo da biliardo. Intontito da tutto cio’ ho preferito scavallare Mongardino a Sasso (ma non me lo ricordavo piu’ bene, senno’ col piffero che lo scalavo!) che proseguire in quel delirio di caos.
Il percorso fino a Castel d’Aiano lo conoscevo (anzi, conoscevo la variante dura di Santa Lucia (e non quella passante da Cereglio), per arrivare alla Rocca di Roffeno, ma dopo il passo Brasa (fatto una volta da Montese con Gianni) il percorso e’ stata una bella novita’. 
 

 
Un bel mangia e bevi fino a Gaggio, nella cui piazza inutile cercare da bene la fontanella per abbeverarsi, non c’e’. Ritornato sui miei passi al bivio per Silla (un paese due fiumi) ho preso questa direzione. Tralascio ogni ulteriore commento sul fondo stradale delle Porrettanan (e certe altre strade le asfaltano una volta l’anno, inutilmente!), e diro’ che Mongardino e’ stata dura, sara’ perche’ avevo gia’ 100 km nelle gambe, sara’ quel 12%, ma quei 4 km mi sono sempre indigesti.

Sabato un bel giro a Riccione per il mio compleanno alla scoperta di una piadineria (Sanchini, via Piacenza 22) dietro casa (grazie Ubaldo!) e in serata gelato della Funivia in piazza Cavour (Bologna). Mi spiace per Grom, ma ci sono gelaterie migliori, a Bologna.
Domenica la 30a edizione della Maratonina A.V.I.S. di Casalecchio (oramai di soli 14 km) ci ha visto impegnati lungo il parco della Chiusa (Talon) e lungo la “Strada Privata S.A.P.A.B.A.” fino allo stabilimento chimico (Ciba) e ritorno con lunghi tratti di sterrato. Carla, partita con largo anticipo e’ arrivata piuttosto stanca, io partito in orario con il gruppo, ne ho presto perso le orme e bel bello andavo tranquillo del mio passo quando il Mazzo, GP Balestro, Centokappa, Sergio e Vettorello del Pasta Granarolo mi hanno raggiunto e “costretto ad andare del loro passo”, che doveva stare sui 5.40/km, ma che con la chiacchiera tendeva sempre ai 5.15/km. Alla fine ho approfittato di un ristoro per “andare via”. Senza fortuna, perche’ sono stato ripreso ben presto. 
Infine ieri, che doveva piovere ho di nuovo fatto un giretto in bici. Scelta la fondovalle Panaro come percorso, e come meta Fanano, poi visto che tutto sommato il tempo reggeva, ho segnato un’altra tacca, ovvero arrivare a Sestola scalando Trentino (e c’e’ il suo perche’ del nome!) arrivando poi solo al cartello di Sestola (comunque a mezzo chilometro dalla piazza), dato che le nuvole nere e minacciose stavano diventando un po’ troppe. 82 chilometri alla fine, ma oggi pago dazio e non ho la forza neanche per una nuotata. 

 

 

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