C.I. Doppio Olimpico Viverone

Va mo la’. Domenica di gara, e per la prima volta mi sono cimentato nella distanza del Doppio Olimpico, specialita’ inventata perche’ la Federazione Internazionale del Triathlon non riconosce le distanze IM (anche se le federazioni nazionali -come la FITri- ci fanno i campionati nazionali) e mezzo IM, e quindi, dopo i fallimenti dellla distanza “lunga” (4-120-30) ha introdotto questa distanza, definita “Doppio Olimpico”, perche’ e’ esattamente il doppio di un Olimpico (ovvero, 3-80-20). In effetti avevo molti dubbi se prendervi parte, perche’ 3 km di nuoto mi fanno venire l’orticaria (sebbene, ripeto, dei tre sport che compongono il Triathlon, e’ quello in cui riesco meglio).

Intanto (per ripercorrere la cronaca di questi 3 giorni), venerdi avevo nuotato in piscina (2 x 50m: 25m stile 25m gambe delfino, 50m delfino; 2 x 50m: 25m stile 25m gambe dorso, 100m dorso; 2 x 50m: 25m stile, 25m gambe rana, 100m rana; 2 x 50m: 25m stile 25m gambe stile, 200m stile; 8 x 25m misti sprint + 10 x 25m stile sprint). Sabato, di buon ora (e con previsioni meteo su Viverone pessime), siamo partiti, e una volta giunti la’ la pioggia era gia’ forte. Hotel Royal, 65 euro una matrimoniale pulita ma d’annata (50, massimo anni ’60) con titolari adeguati (ovvero “d’una volta”). In reception un cartello inequivocabile: “Le camere si pagano subito”. Strano ma vero hanno Bancomat e Carte di credito. Il tempo di mettere bici e bagagli in camera, salutare i ragazzi del Pasta Granarolo e Andrea, il mio compagno di squadra (alloggiati di fronte, al Lido) e via per il giro di perlustrazione della bici, in auto, visto il diluvio universale.

Un bel piattone, non c’e’ che dire! Quattro cavalcavia, un paio di chilometri in pave’ nel primo paese (Alice Castello), un paio di salite (una di 700m appena un po’ dura) ma per il resto in carena e via. La frazione di corsa sara’ sul lungo lago, 4 giri da 5 km appena un po’ mossi (ma a quel punto io sono gia’ contento di esserci). Giro per gli stand dell’Expo posizionata sul lungo lago (e di buon livello qualitativo, aggiungo) e mi prendo il rimbrotto di Cristian del Torino3 (che non mi aveva iscritto perche’ non avevo faxato il bonifico e gli avevo mandato un email piccata), e i complimenti di Dario (Nardone) di FCZ che (bonta’ sua) mi e’ affezionato lettore. Ritiro il pacco gara e conosco Guazzone (OVA Centese) e Bacco, altro fedele di questo blog (…) Per cena ripieghiamo per… la pioggia, cioe’ per un ristorante sulla provinciale a qualche centinaio di metri dall’hotel. Viver’E’ il nome, anche pizzeria, ma optiamo per un primo di riso radicchio e castelmagno io, spaghetti alle vongole Carla. Per secondo Branzino in crosta di patate lei, filetto di carne alla griglia io. Crema catalana per entrambi a chiudere. Erbaluce di Caluso (vino bianco locale, sapido ed eccellente) e acqua per dissetarci. Onesto il conto, 69 euro di tutto.

Stamattina sveglia ore 6.00 e il mio umore si fa nerissimo. Piove, e questo si sapeva, ma tira un vento pazzesco! Oh, non sarebbe niente (o quasi, ne avrei un po’ le palle piene del vento, dopo Tempe…) se non che ho le 808 montate sulla Aegis… Che non saranno lenticolari, ma con un po’ di vento si balla come in barca con mare forza 9. Il tempo di far colazione, di dichiarare che al 99% non parto con questo vento…. che il vento scema del tutto! Oh, bonaccia piena. Eh, ora mi tocca. Alle 7 e 40 porto bici e attrezzatura in zona cambio, anzi zona fango, e mi preparo. Ore 9.00 partono gli elite, coach compreso (con siparietto perche’ aveva la muta aperta) e dopo 10 minuti noi.

Come previsto i 3 km non finiscono mai. Bastone di un km e mezzo verso la prima boa, poi 90° a destra per 300m e ritorno di 1200m. Tempo finale: 59.27. T1 in 3.44, per i dilemmi vari sull’abbigliamento: sara’ freddo?, piovera’? Opto per la cerata e spero nel miglioramento annunciato. Subito rischio di perdere il marsupio con colla e pompetta: ok: stop and go. Poi mi metto al passo e in carena. Prendo un buon ritmo. Pero’ rimango stupito dai gruppi che mi passano… scia libera? No, semplicemente nessun controllo. Me ne frego e non mi attacco ai gruppi, neanche quando mi invitano: io odio le scie, il draft: lo faccio nelle granfondo perche’ ammesso e perche’ se non lo fai ti buttano fuori strada, ma in un triathlon…. Per di piu’ No Draft… Dai! E difatti, a causa di questo e dei mancati controlli il Campionato non verra’ omologato per gli Age Group. (un po’ di giustizia, finalmente, anche se non e’ la soluzione, almeno per chi ha onestamente rispettato il regolamento)

Finisco in un tempo (per me) stratosferico: 2.32.58, 31,38 kmh! Ed ho dovuto mollare gli ultimi 2 km e la discesa finale per una foratura! Mai successo che facessi 80 km a questa velocita’… Evviva. Nella bike mi supera Ironshark, in strepitosa forma per Klagenfurt (36 kmh di media nella bici), anche se di corsa paga pegno. Ma tengo abbastanza. Scendo dalla bici e mi sento bene. Sara’ che il fresco mi ha salvato i piedi, sara’ che la bici stessa non e’ stata faticosa… Insomma, comincio correndo e continuo a correre fino a circa il decimo km. Quando una fitta allucinante mi trafigge il fegato. E mi costringe a camminare. Arrivo al ristoro e bevo un po’. Niente. Proseguo camminando, alternando un po’ di corsa, ma le fitte riprendono fortissime. E non passano. Alla fine tracanno un litro di acqua e sembra che il problema sia risolto. Poi al 17imo km, i piedi ricominciano la solita manfrina: ma tengo duro, stavolta, e non mi fermo.

Intanto sulpercorso ho incrociato un po’ di amici: Greguràtt, che ha mollato dopo il nuoto (ma che si fa 12 km di corsa per allenarsi). Bacco, che mi incita ogni volta che ci incrociamo (grazie!) Lucianone di Bergamo che dai venti minuti di vantaggio che avevo alla T2 gli sto davanti di 200m, alla fine. Marco Barbieri, con cui ingaggio una gara a chi va piu’ piano. Il sempre verde Ettore (mio salvatore di spalle), Balestro, e Pasto che mi passano all’ultimo giro. Riesco a non farmi sorprendere anche da Alessandro Servadei, oltre a Marco Barbieri e Aldo Calandro, il mitico Aldo Rock di Radio Deejay, fra quelli che conosco.

Grazie anche ai tifosi Duracell (Luca Zanetti) e Claudio Bergamini (non partiti), Silvia Parrocchi, il Gira, Marco Guerri, il Degli, Donato, il Gambero, Maurizio Gavazzi, e tutti quelli che al momento dimentico, ma che sono presenti nel ricordo di questa giornata piuttosto memorabile, se non altro per la pioggia, il fango e la location. 5.43.07 il tempo finale, a due ore dal vincitore. Oh, mi sono divertito!

5 commenti su “C.I. Doppio Olimpico Viverone

  1. ma va la “patacca” (oh io lo dico perchè mi piace il suono della frase – vorrei mai fosse un’offesa in bolognese) che se non c’ ero io a metterti il pepe nel cu…o nell frazione run ti fermavi!!! Se non era che alla partenza mi è aperta la muta con relativo ritorno a spiaggia ti raggiungevo di sicuro!!

    Comunque sia ti aspetto a Mergozzo e complimenti ancora per la gara , ora spiana la strada per Frankfurt

    in bocca al lupo – oh dopo gli IM si organizza una mangiata!!!!

    Li ti batto sicuro!!!!

    ciao Luciano.

  2. Ciao,

    credo di averti visto ieri in gara a Viverone durante la frazione Bike con la tua stratosferica bici da crono. Una tristezza assoluta tutti gli sciatori visti in gara.

    Complimenti per il blog.

    g

  3. Luciano, patacca e’ romagnolo (c’e’ differenza) ma non e’ un’offesa. Da un bergamasco, almeno. Si stavi per raggiungermi, ma non ci sei riuscito 😛 Ci vedremo a Bellagio, dai! Smettila di spostare camini, che ti fai 2 spalle cosi! Dopo Francoforte super magnata da te!, Devo ancora riscuotere Klagenfurt…
    Ciao!

  4. Govotones, complimenti al tuo, di blog, che leggo sempre: ti metto nei link, ora che so che mileggi. La prossima volta salutiamoci, cosi’ siamo meno sconosciuti, eh?

    Ciao!

  5. ciao Frankie, a Bellagio purtroppo sarò assente causa forza maggiore –
    organizzazione Sarnico e ferie con Laura (altrimenti mi ammazza)

    per la magnata stai tranquillo…

    ciao

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