Quindi dopo un breve indottrinamento sul pedale gancio-sgancio, su padellini e rapportoni, postura e quant’altro, siamo partiti sugli stradelli guelfi, per poi, se il fisico aiutava, puntare alle antenne di Monte Calderaro. Senza sforzo siamo arrivati a Castel San Pietro, anche perche’ ho cercato di dargli consigli, piu’ che stare pancia a terra, ed una volta la’ abbiamo imboccato la salita per il Monte.
In nemmeno 5 km me ne ha dato uno, dimostrando da subito un’ottima gamba. L’unico difetto e’ la tenuta sul fondo, perche’ sulla via del ritorno, la cotta -ahilui!- e’ arrivata, e gli ultimi 7 chilometri ha arrancato di brutto. Pero’ alla fine 60 km con anche un po’ di salita, oltre qualche “monopedale”, allungo e scatto.
Comunque 60 sono abbastanza anche per me, visto che oggi a nuoto ero piantato. Meglio i 12 km (gli ultimi 3 in progressione) di corsa, ma ho finito con i piedi in mano. Incrociato anche il Bracco in sella ad una MTB, che mi ha accompagnato per un pezzo facendomi dimenticare la fatica.