Ironman Cozumel e Yucatan – Dias 10, 11 y 12

Il sito di Ek Balam e’ di recente scoperta, ed e’ per questo che forse appare piu’ genuino, oltre che meno frequentato. Anche qui ahinoi! una piramide su cui salire, e a cui non resistiamo. Il problema sono le gambe, veramente dolenti, ma non si può non salire. Comunque e’ più bassa, ma in compenso non c’e’ la corda di sicurezza. Italiani, russi e francesi a gruppi. Da qui andiamo Chichen Itza, una delle 7 meraviglie del mondo moderno, e la delusione e’ forte. Non tanto per il sito in se’, veramente esaltante, quanto per il fatto che l’atmosfera e’ rovinata dalle centinaia di venditori ambulanti che si trovano in ogni spiazzo libero ai margini dei vari monumenti.

Noi abbiamo prenotato al Mayaland hotel, a 30 (?) metri da uno degli ingressi, ed e’ una bella comodità. Peccato solo come dicevo questa invasione di ambulanti. L’hotel e’ bello, ma non avendo i pasti dobbiamo un po’ arrangiarci alla carta. Il problema del cibo e’ notevole, qua in Messico, dando per scontato, infatti che l’acqua del rubinetto per noi non sia proprio purissima ci asteniamo dal berla e evitiamo verdure, frutta e ghiaccio che venga lavata con acqua “corrente”. Quello che mangiamo e’ per la maggior parte un disastro, a partire dalle tacos con pomodoro cipolla e peperoncino piccante come antipasto (insieme ci portano l’infuso di habanero a infuocare il tutto…)  poi i piatti, ottimi comunque, sono per lo più a base di carne, accompagnati da tortillas (specie di piadine di acqua e farina di mais), cotte o marinate in salse decisamente buone ma piuttosto caloriche. 
Il Messico infatti ha una percentuale altissima di popolazione in sovrappeso o obesi, superiore anche agli USA, ma e’ un sovrappeso non vistoso come negli States, ma piuttosto “mediterraneo”, con generosi girovita ma gambe e braccia sottili. Poi, l’altezza, almeno qua nello Yucatan, non li agevola, dato che l’atezza media si stabilizza sul metro e 50/60 sia per gli uomini sia per le donne. Insomma io e Carla ci sentiamo giganti.
Ieri siamo arrivati al punto più’ ad est del nostro viaggio: Merida. Ci siamo arrivati facendo tappa a Izamal, la città gialla, perché tutte le case del centro sono dipinte di giallo. Qui i coloni spagnoli “l’hanno combinata grossa”, costruendo la chiesa ed il convento di Sant’Antonio su una piramide Maya e integrando parecchie piramidi fra le case. Visitiamo la principale, uguale a tutte, cioè a gradoni. Poi entriamo in chiesa ed un “poliziotto turistico”, altro 1 e 40, pure gobbo ci illustra le caratteristiche della chiesa e del convento. In certi momenti mi ricorda la scena “si aiuti con questo” in Frankestein Junior.

Comunque fervono preparativi per la festa e la piazza e’ tutta una bancarella, con merce in vendita e simpatici venditori. Da qui riprendiamo la strada per Merida, citta’ assai caotica ma vitalissima. Tranne dove abbiamo il nostro hotel, il Marioneta, che sembra una via deserta.

E’ comunque una sensazione piacevole, nel senso che mai -finora- abbiamo avuto paura, se non forse oggi quando in uno dei tanti blocchi della Polizia Federal una piccola correzione nel visto d’ingresso del passaporto di Carla ha creato allarme in un poliziotto che ha voluto vedere un altro documento per accertarsi dell’identità. Ovviamente nessuna perquisizione dei bagagli, ma solo quel non so che di “sopruso” che sanno trasmettere certe polizie. 

Nel pomeriggio abbiamo fatto un giro nelle vivacissime vie del centro che pullulavano di gente, ed in serata cena a ridosso del centro a base di piatto yucateco tipico.

Oggi, dopo l’elaborata digestione del piatto tipico nottetempo, in mattinata altro sito maya, a Uxmal (e sono 5), altra incredibile scoperta. Diciamo che questo lo mettiamo al secondo posto dopo Coba’, quanto a sorpresa, atmosfera e interesse. Beh, anche il fatto che il sito sia pieno di iguana lo rende un po’ speciale…

Ancora inebriati da questo sito decidiamo di andare a mangiare a Progreso, la Riccione di Medina, 50 km a nord di essa. Praticamente un lungomare con negozi e ristoranti uguale ad una localita’ della nostra riviera. Eccezionale, invece il pranzo, al ristorante del pontile, con tanti antipastini e camarones al coco condiviso con un fileto a la plancia dai sapori molto particolari. Molejo e Corona ad accompagnare il tutto (alla faccia dei pbuoni propositi…) e avendo visto una cosa particolare al tavolo vicino (uno stecco rosso immerso nella birra) ho voluto assaggiare questa cosa che si chiama Michelada, a base di birra, peperoncino, lime e spezie varie (qui con il tamarindo), ovviamente tipica del Messico, ed altrettanto ovviamente, eccellente.

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