42imo Cross dell’Albana (Cinque Ville)

Se c’e’ da andare a correre per allenamento o “tanto per”, io sono l’ultimo ad alzare la mano. Ma se c’e’ una gara che ha una qualche connotazione di unicita’, allora il discorso cambia. Niente di meglio che lasciare il proprio nome fra i partecipanti di una gara storica e particolare… Sono andato (quest’anno) a Firenze a fare la mezza, perche’ era la 30ima edizione… Sono andato (2 volte…) a fare la Cinque Mulini, che vedevo in bianco e nero alla tv da bimbo, Sono andato in tanti posti a correre (ma anche a pedalare  e a nuotare, o a fare dei triathlon), per un motivo o per l’altro. 
Gia’ l’anno scorso mi ero iscritto a questa Cinque Ville (ufficialmente Cross dell’Albana) di Bertinoro, ma prima era stata rimandata per il nevone, poi era stata messa in calendario proprio quando ero a Londra per la maratona. Quindi quest’anno non me la sarei persa per (quasi) nulla al mondo. Ovviamente, come mi capita da un po’, lanciando l’idea fra gli amici del triathlon, ho trovato subito compagnia, e un paio di incoscienti si sono uniti.
Si perche’ la Cinque Ville non e’ una corsetta qualunque. Chi corre nel bolognese , dovra’ unire le difficolta’ del Trofeo Nassetti a quelle della Camminata della Resistenza per avere un’idea, sia pur vaga, dell’ignoranza che questa corsa e’.
 

 

 

Partenza dalla Piazza di Bertinoro, in discesa e a rotta di collo verso Panighina (e qui i ciclisti sanno di cosa sto parlando) con brusca deviazione campestre nel parco di Villa Farini, e ripresa della discesa. A Panighina si costeggiano Villa Norina e Villa Petrucci, in leggera salita (la strada becca, dicono da queste parti…), per poi entrare in salita a strozzo nella Fattoria Paradiso, con attraversamento delle cantine e con la scalinata ornata da bottiglie di Barbarossa, dove c’e’ un primo ristoro, con anche Sangiovese… Dopo adeguato saliscendi spaccagambe (piu’ sali che scendi e pasasaggio in Villa Monsignani), si arriva di nuovo a Bertinoro, dove l’arrivo e’ segnato a biro da tre giudici che si urlano i numeri (non sempre giusti).
Tredici chilometri, un’ora e venti di puro fuori soglia, perche’ in discesa mica si puo’ rallentare… Alla fine pacco gara un po’ misero (succhi di frutta e una bottiglia di Sangiovese dentro uno zaino anonimo) ma il buon sapore di aver fatto parte di un evento. Special Guest PPS (Polisportiva Porta Saragozza), Jacopo, Luca, Massimo e Michele.

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