E Maiorca sara’.

Fin dal giorno dopo l’incidente, fra lo scetticismo generale (o quasi), ho lottato per un solo scopo (dichiarato). Essere al via del mezzo IM di Maiorca.  Carla gia’ pensava ad una settimana di vacanza e relax, ma nell’ultima settimana, visti i risultati della fisioterapia intensiva e costante, e dopo avermi visto inforcare la bici e scarrozzare felice per i colli riccionesi, anche lei ha dovuto alzare bandiera bianca e rassegnarsi al fatto che -fisicamente- sono in grado di essere alla starting line il 10 maggio. 
Da qui a dire che lo finiro’, un po’ di incoscienza ci vuole, perche’ bisogna vedere quanto allenamento avevo prima dell’incidente, quanto ho perso in questo mese e quanto ne ho per uan gara del genere. Di certo non mi spaventano i 2 km a nuoto, penso di riuscire a stare nei 70 minuti del tempo limite. I 90 km in bici sono piu’ vellleitari. Vero che un’ora non mi ha procurato dolore o problemi di nessun tipo, ma le preventivate 4 ore sono un’incognita. 
Poi, ehm, mancheranno, ammesso che finisca il percorso bici in tempo, i 21 km della mezza maratona…. Corricchio, cammino. Oh, mi sto attrezzando per fare un miracolo.
Il verdetto me lo ha dato (nientepopodimenoche) il Direttore Sanitario dell’Isokinetic, il quale osservando a lungo l’ecografo mentre mi passava il becco sul braccio, ha sentenziato che “chi era lui per negarmi di provare ad andare in bici?” L’effetto e’ stato prorompente: ho imposto a Giovanni (palestra) e Matteo (piscina) di raddrizzarmi il braccio incuranti delle bestemmie che tiravo (beh, insomma un po’ di pieta’ potevano comunque mostrarla…) e ho provato, timidamente, venerdi, a qualche chilometro (come ho raccontato nel post precedente).
A mezzogiorno ho istruito due nostri nuovi triathleti alla muta ed al nuoto in mare: Massimo e Andrea, che hanno fatto qualche centinaio di metri, e poi tutti insieme ad incontrare gli Spartans combinatisti Matteo, GMP, Jacopo e  gli ospiti Luca e Roberto. Con Jacopo anche io ho fatto qualche chilometro di corsa.
Poi sabato mattina ho rotto gli indugi ed ho vagato, felice come un bambino a Natale sotto l’albero pieno di regali per quasi un’ora, con Carla, affrontando salite, discese, buche e dossi. Insomma “sepoffa’ ‘sta Maiorca”.
Al pomeriggio io, Jacopo, Giacomo, Matteo e Marco, (il medico sociale) ci siamo dedicati al Cross dell’Albana, detto anche “Le Cinque Ville di Bertinoro“, corsa famosissima e durissima che spacca le gambe con 4 km di discesa a rotta di collo per iniziare, poi qualche chilometro in pianura (a Panighina) e poi si parte in salita e passando attraverso cantine e giardini delle “ville”, si ritorna a Bartinoro inerpicandosi fino alla piazza centrale poosta -manco a dirlo- in cima ad una salita. 

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