70.3 Pula e IM Mallorca

Un grazie particolare alla ditta FRADEPO di Collegno che ha contribuito alla trasferta di due nostri atleti!

Bene, alla fine arriva anche il 70.3 Pola, con alcune doverose defezioni, ma ci presentiamo in 18. Le squadre in lizza per il titolo sono fondamentalmente 2, Zona Cambio (altra italiana) e P3 (austriaca). Io e Carla veniamo per un’eventuale premiazione, oltre che (io) incuriosito da un posto in cui non ero mai venuto. 

L’hotel, di fronte allo start e’ lussuoso, il personale gentile, ma sono slavi: non si fidano, ed ogni volta che capita l’occasione (colazione, ad esempio) dobbiamo far vedere il tesserino con il numero di stanza. Oltre che presenza da spettatore noi siamo qui anche come bay sitter, infatti Saul ha i figli al seguito e durante la gara li cureremo noi. In squadra abbiamo aggregato anche futuri Spartans, com Moreno, Emanuele e Gianluca. Ma anche Matteo (kappa), Umberto e Daniele esordienti sulla distanza. Gianni, Marco, Danilo, Matteo e Barbara gli atout su cui puntare al titolo. Ma anche Niccolo’, Giorgio, Roberto e Giacomo.

 

 

 

L’antivigilia e la vigilia sono allegre, Pula e’ una graziosa cittadina, sia pure con reminiscenze socialiste orripilanti, specie uscendo dal centro. La lingua e’ incomprensibile, ma fra italiano e inglese ci capiamo. 
La domenica si alza la bora, del resto siamo in Istria, a poche decine di chilometri da Trieste, e il vento e’ forte. Ma l’umore e’ certamente alto, e in zona cambio prima della partenza si ride e si scherza.

Il mare non e’ mosso ma la corrente creera’ non pochi problemi: le boe vengono spostate dalla corrente e molti perdono la rotta. Una delle vittime sara’ Giorgio, che -anche stavolta- viene fermato dopo una decina di km di bici. Inspiegabilmente, dato che poi il nuoto verra’ annullato del tutto. 
La bici ha risentito molto del vento, e poi nella corsa, magnifica, sia per il passaggio sotto l’Arena, sia per l’arrivo, dentro l’Arena, tutti hanno dato il massimo. Ma ahime il team Zona Cambio si e’ presentata con i migliori, che gia’ nel nuoto ci avevano pazzato via uscendo in 4 fra i primi 50. 

Alla fine piazzeranno anche dei primi posti di categoria, vincendo nettamentela divisione. Noi saremo terzi, alla fine, superati anche dal P3, pure loro con qualche podio di categoria. Comunque festa. Noi siamo gia’ qualificati per la finale 2016, e l’anno prossimo verremo ben piu’ attrezzati e battaglieri.

 

 

Mercoledi 23 settembre, si riparte. Destinazione Maiorca, il mio Ironman. Saltato l’Ironman Texas, e arrivato qua con una preparazione ridicola, ma con un calo di peso sostanzioso, sono assolutamente all’oscuro di quello che accadra’. La debacle di Boulder 2014, dove gia’ in bici avevo fatto moltissima fatica, e con la maratona tutta camminata, e la non certo esaltante prestazione a Wiesbaden, lo scorso agosto, avevano incrinato la mie certezze di “tanto in fondo (e in tempo) ci arrivo sempre”, quindi ero piuttosto preoccupato di non essere piu’ in grado di arrivare in fondo (in tempo, sia chiaro) di un Ironman. 
Del percorso bike ne conoscevo la meta’, la seconda, ma avevo rimosso il malefico panettone che e’ il Coll de Femenia. Il nuoto non mi preoccupava, il percorso run era 4 giri e mezzo un po’ pallosi ma almeno piattissimi. Siamo 5 Spartans, David con grosse ambizioni, sia pure esordiente, Ruggero e Luigi, esordienti pure loro, ma piu’ umani rispetto a David, Jacopo, al suo terzo IM, ed io. 

 

Giovedi registrazione, e ricognizione. Leggero thrilling per la bici, ma un grande meccanico me la aggiusta. Venerdi Briefing e pasta party, poi check in delle bici. Tutto as usual, senza sorprese. Sabato mattina, race-day, sono piuttosto agitati, gli esordienti, tanto che ho il sospetto che abbiamo aperto loro la zona cambio…. Io e Carla arriviamo con calma… Purtroppo non riesco a salutare il mio amico Fink, Andrea Fink, con cui ho condiviso diversi Ironman…

Allo start del nuoto, mi posiziono fra coloro che pensano di impiegarci un’ora, un’ora e 15 minuti (velleitario, visto che ultimamente nuoto ben al di sopra dei 2’/100m), pero’ con il rolling start, meglio stare davanti a prendere botte si’, ma anche scie.

Esco con un ottimo 1 ora e 15, dopo aver nuotato tranquillissimo e senza alcuno sforzo. Come adoro nuotare in mare non riesco neanche a dirlo.. I primi chilometri in bici sono piuttosto freschi, e mi pento di non avere una ceratina o anche solo i manicotti. Poi la temperatura si alza e sto bene.

 
I primi 90 chilometri -tutto sommato- sono piacevoli, vento a sfavore al ritorno a parte ma almeno non ci sono grosse salite. Ho conservato le forze per i secondi 90 km, che sono quelli del mezzo e so essere rognosi. Dopo un lungo tratto sul lungo mare verso Pollenca, si vira all’interno per la Sierra della Tramuntana, e si affronta il Coll de Femenia, quasi 8 km veramente tosti, e quando pensi di aver scollinato, perche’ c’e’ una leggera discesa, riprende..
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Il resto dei 60 km rimanenti sono un mangia e bevi spacca gambe, ed infatti io ho energie abbastanza al lumicino. Oltretutto i metatarsi urlano, e sono costretto a fermarmi diverse volte a massaggiarli.. Temo di la maratona, perche’ ho 6 ore e mezzo di tempo e non so se basteranno.

Non mi perdo d’animo ed incredibilmente riesco anche a correre, alternando la corsa al cammino. Come ultima ratio ad ogni fontana della spiaggia mi bagno i piedi, anzi ci faccio proprio una doccetta, e riesco a tenere a freno il dolore. Alla fine arrivo, ed ampiamente in tempo, con il mio solito salto (ma stavolta le forze non so proprio dove le ho prese…)

Ed eccoci alla cena del mercoledi, a festeggiare i neo Ironman e a istillare forza ai futuri Ironman di Barcellona.  

Poi a freddo (molto a freddo….) ripensi a quei particolari che durante le 15 ore di gara noti e che ti aiutano, ma se non hai buona memoria le dimentichi, dopo…. In bici, quando sono passato nel punto esatto dove mi ero ritirato l’anno scorso durante il mezzo, ho fatto fatica a ricordarmelo…
Cosi’ come i pazzi scatenati sul percorso running. Ok l’incitamento, e molti (inglesi, soprattutto) ne sono felici. Ma vedi me, serioso (imbronciato, finanche) che non ti sorrido… Eh, cavolo, lasciami perdere, no? No. Uno addirittura mi si e’ parato davanti con un boccal edi birra, voleva il “five” a tutti costi… 
Un’altra mi ha urlato nelle orecchie i soliti incitamenti… Eh, insomma pero’!

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