Babbo…

Ora capisco la definizione “elaborare un (il) lutto”. Ci sono fondamentalmente due modi per affrontare un lutto. Indipendentemente dal rapporto affettivo o di parentela che si ha con il deceduto.
 
Lasciarsi andare allo sconforto totale, aspettare che il mondo caschi addosso e rimanere apatici, oppure reagire, avere (o scoprire) una lucidita’ inaspettata, agire, farsi guidare dall’adrenaliina, senza perdere la calma.
 
Per mia fortuna sono figlio unico di figli unici, e 4 nonni a parte, deceduti peraltro da almeno 15 anni, e comunque sempre vissuti (i lutti) marginalmente, mio padre (fino a martedi) e mia madre erano viventi.
 
Tutto sommato mio padre, pur 88enne, fino a dopo Natale ha dato un’immagine di se ancora vitale, di discreta salute, anche perche’ 2 anni fa ha superato un investimento mentre era in bici e un intervento chirurgico importante.Negli ultimi tempi il diabete, pur con valori appena sopra il limite, ha colpito duro, con problemi agli arti inferiori che lo costringevano ad una mobilita’ ridotta.
 
Ma era fiduioso che un intervento programmato per il 18 aprile gli avrebbe donato altro tempo di vita. Soprattutto aveva la ferma convinzione di vivere ancora un certo tempo, per vedere (“Io non muoio” diceva) i suoi amici morire prima. Ne sono rimasti pochi, ma sicuramente lui sembrava piu’ in forma.
 
Comunque nell’ultimo mese le sue condizioni erano di gran lunga peggiorate, ma nulla faceva presagire una fine cosi’ repentina: martedi a pranzo lo sono andato a trovare e ha firmato un documento dicendomi orgoglioso “Guarda che bella firma ti ho fatto!”, nel pomeriggio era pure sceso di casa per andare a controllare “in ufficio” gli investimenti. Alle 18.30 aveva parlato al telefono con un’amica di famiglia.
 
Ha cenato, e mentre mia madre finiva di sgomberare lui si e’ diretto in poltrona per sentire il telegiornale, come ha sempre fatto. Quando mia madre lo ha raggiunto in camera era gia’ addormentato per l’eternita’. Non un lamento, non una sofferenza.
 
A quel punto, mia madre, che per mesi lo ha badato e ne ha seguiro l’avvizzimento, ha reagito con una forza inaspettata e dopo l’umanissimo sconforto ha preso in mano la situazione e non ha mai perso lucidita’.
 
Siamo quasi a sabato, oggi lo abbiamo seppellito. Io e mia madre siamo lucidissimi, la nostra agenda e’ piena degli adempimenti da fare, ci manca (e tanto), vero, ma non possiamo farci prendere dallo sconforto.
 
Grazie a tutti coloro che oggi lo hanno salutato al funerale, magari vi siamo sembrati (io e mia madre) un po’ distaccati, ma abbiamo elaborato il lutto a modo nostro. . Un abbraccio a tutti.
PS: Ora me lo immagino lassu’ un po’ battagliare con i santi perche’ vuole tornare giu’, insisitendo che non era ancora la sua ora, un po’ giocare a scacchi interminabili partite con Gianfranco Spadari, suo amico fin dall’infanzia e con il quale ha passato una buona parte della vita, e un po’ a cercare un borsino per piazzare qualche put o call.

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