Usciamo su Via Pisani alle 11 e 40, e ci dirigiamo di buon passo verso il Duomo, anzi, Via Santa Redegonda, da Luini, a comprare un… no!, “il” panzerotto. Pasta fritta ripiena di mozzarella e pomodoro. Un delirio nel palato. Attesa media, 15 minuti (una volta ho atteso 40 minuti), 2 euro e 30 centesimi, ma poi la bocca si riempie di caldo sugo e tutte le negativita’ passano. Ci abbiamo aggiunto una polentina, piccola formella di polenta calda con gorgonzola fuso sopra.
Oh, adesso siamo pronti per il tour. Dal Duomo percorriamo Via Dante verso il Castello Sforzesco, con immancabile (un’altra!) sosta alla pasticceria Garbagnati per il panetùn, quello tipico aritgianale. Considerata la presenza in dispensa di panoni, certosini, bisciole, panettoni (non artigianiali), pinze, gelato (artigianale di Mauritius), cioccolatine di Nespresso (omaggio per i clienti di lunga data), e chissa’ che altro, visto che sto andando a memoria, ci limitiamo a comprarne un pezzo da poco piu’ di mezzo chilo, un assaggio, insomma.
Tante volte ero venuto a Milano, ma mai al Castello, e devo dire che merita davvero. Anche se per motivi di tempo non ci siamo addentrati nei musei, diversi, che certamente ci vedranno, prima o poi. Cosi’ come non possiamo entrare -per analogo motivo- in pinacoteca Brera, ne’ fare due passi in Via Gluck, un po’ distante da qui. Nemmeno riusciamo a dirigerci in una delle Risotterie scelte, anch’esse distanti e siamo costretti a gironzolare in centro (Corso Vittorio Emanuele, Piazza Fontana, Via Larga) per trovare un posto che ci offra specialita’ milanesi, considerato anche che sono passate le 14 e 30. Tuttavia siamo fortunati, al Salotto (Via Baracchini) ci danno un risotìn alla milanese non eccelso, ma tradizionale (il cuoco ha pero’ esagerato con il parmiggiano).
Ora ci rimane solo un ultimo rito, La Rinascente, i Grandi Magazzini, assaltati da orde di acquirenti (ma non c’e’ la crisi?) per le prossime feste, tanto che non ci si riesce a muovere neanche salendo ai piani superiori. In breve siamo esausti, e torniamo in stazione con la Metro. Il treno puntualissimo parte alle 17 e 30, e in 65 minuti, di nuovo, siamo a Bologna.
Un fatto è assodato: dipendesse da te la crisi non sarebbe arrivata.
😉
Piu’ che da me avresti dovuto vedere la gente in giro: tanta, pieni di pacchi e sorridente. Ci sara’ pure, la crisi, ma si nasconde bene. Oppure tutti sperano che quando arrivi dalle loro parti sia gia’ passata. Come faccio io. Auguri!
😉