Insomma una corsetta infernale, con -sul finire- anche un rigurgito di colazione ad inacidire la gola. Naturalmente i ristori erano congiurati al pari della durezza della corsa: al primo, in cima a via Riosto, solo Vin brulee’. Ne’ the, ne’ acqua: solo vino dolce aromatizzato caldissimo. Proseguiamo, la discesa arotta di collo ci porta sulla fondo valle, e qui va meglio: frutta, the, sali, acqua crostate…. insomma sembra il ristoro di una granfondo. Ed ho potuto prendere solo acqua, dato che lo stomaco era ancora rivoltato. Alla fine io e Carla abbiamo fatto il percorso da 9,75 km, ma ce ne e’ per tutti i gusti: dai 3,5 della mini ai 21 e mezzo della lunga, passando per i 6,4, i 10,5 (che poi sono un po’ meno di 10) i 14 e mezzo ed anche i 17 e mezzo. Tanti podisti (e camminatori) dispersi sulle colline di Pianoro, in un’orgia di fiatone in salita e discese a rotta di collo.
Alla fine la ciliegina sulla torta: un panino con la salciccia come premio per tutti (ma i piu’ affannati in fila non avevano corso un metro) che mi ha provocato una crisi mistica, ma ho resisitito. Ed ho potuto godermi solo un the tiepido, nell’unico pertugio che lo stomaco rivoltato mi ha lasciato libero. Ahhhh, che belle che sono le ludico motorie la domenica mattina….