Certezze

Fra le varie (ed assolutamente inutili) certezze che ho, Melito e Robby occupano un posto importante. (Vito) Melito (famoso e per lungo tempo primatista della 100 km del Passatore) perche’ quando organizza una corsa dalle sue parti (ovvero il suo negozio), cascasse il mondo, ma una parte (importante) di sterrato ce la infila. E Robby perche’ tutte le volte che usciamo in bici se non trova una salita con un 18/20% di strappo non si torna a casa.

Torniamo, pero’ a Melito. Ieri, Pasquetta, 1a Camminata – Corri con noi, con partenza, appunto dal negozio di Vito Melito, punto di riferimento dei podisti bolognesi. 12 chilometri molti dei quali in riva al Reno, quindi sterrati, ed io che avevo un esercizio a 3 frazioni (guarda caso di 12 km, 6 al lento, 5 al medio ed un ultimo chilometro a tutta) ho sofferto le pene dell’inferno, perche’ ovviamente le velocita’ erano impostate per un fondo d’asfalto. Complice poi una scritta per terra “Ultimi 200m” posta a quasi un chilometro dall’arrivo sono letteralmente scoppiato a 60 metri dall’arrivo stesso. Comunque esercizio fatto.

Oggi, approfittando di una breve fase di sereno (le previsioni danno pioggia fino a domenica (ed oltre) e della contemporanea giornata di festa della ditta di Roberto l’ho invitato a fare un giro in bici con me, ovviamente a togliermi quel tarlo che da un po’ mi perseguita: Grizzana Morandi. Lui, ben contento sia di uscire in bici, sia di fare della salita, mi ha avvertito di avere solo una 50ina di chilometri nelle gambe, e quindi dopo aver fatto i conti siamo partiti da Vado.

Dopo il ponte di Pian di Setta abbiamo svoltato a destra e dopo 4 km, di cui 2 di salita aspra (8/9%), ecco Grizzana Morandi. 3 case e una chiesa. Oh, almeno ci sono venuto. Comunque Roberto che tanto dice di essere grasso, fuori forma ecc. ecc. l’ho staccato si, ma sono all’ultimo falso piano, dove spiana un po’ (al 3,5%). E sono riuscito ad immortalarlo.

Arrivati a Grizzana abbiamo deciso di scendere a Riola di Vergato (non se la sentiva di fare Monteacuto Ragazza, Burzanella e altro) per poi fare la scalata la Monte Sole, dove non ero ancora stato. A parte la delirante (seppure a traffico ridotto) Porrettana, lo spettacolo degli appennini oggi era da cartolina, ed io amante delle Alpi (ma solo in estate, in bici o al massimo di corsa) devo ammetterlo.

A Pian di Venola c’e’ la strada che porta a al valico del Monte Sole, e come scrive Gianni Solenni nel Terzo volumetto “Passi e valli in bicicletta, Emilia Romagna 3” edizioni ediciclo: “La salita e’ corta (5,4 km, dislivello 314 pendenza media 5,1, pendenza massima rilevabile 18%) ma offre significative pendenze, alcuni tornanti, infatti elevano la strada fino a sfiorare il 20%“, ecco nella penultima di quelle significative pendenze dei tornanti (4 + 4, per la precisione) ho messo il piede a terra e l’ho fatta camminando. Poi sono risalito per l’ultimo strappetto (11-12%) di circa 300m, ed ero in cima, ad ammirare il paesaggio superbo.

Numerose (ma da visitare a piedi) i sacrari dove avvennero gli eccidi tedeschi del 1944, e una lapide ne ricorda le collocazioni. Dopo qualche foto (qui sotto) siamo ritornati nella val di Setta, passando per Gardelletta e i cantieri della nuova Autostrada, per ritornare a Vado dove avevo posteggiato l’auto.

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