Olecrano

Puoi vivere una vita intera senza sapere cosa sia l’olècrano. Ma il giorno che lo scopri, potrebbe essere un brutto giorno… 
Dopo la grande delusione e fatica immane sofferta nella gara di Faenza, avevo deciso, dopo ovviamente averne parlato con chi mi ha portato in quelle condizioni, di congelare il programma, fino al prossimo inverno, ma L. mi ha convinto a provare una seduta molto alleggerita, dopo aver cercato (inutilmente) di trovare una causa diversa da un suo errore di programmazione (o supervalutazione delle mie potenzialita’).
Quindi, martedi seduta leggera sui rulli, ed in serata nuoto, con Thomas a provare di convincerci (con molta poca convinzione da parte nostra) che usare le gambe potrebbe essere la nostra salvezza. Deciso comunque a seguire la mia idea di allenamento, martedi concordo con Roberto e il Doc un’uscita in bici sulla fondovalle Panaro, per vedere se la situazione fosse migliorata.
Come al solito appuntamento al parcheggio del parco fluviale di Marano, la solita routine e via. Alla Docciola decidiamo di cambiare, seguendo per Montese, ma una rapida consultazione di google maps ci convince che ritornando al bivio per Ponte Samone, arrivare a Samone e scendere da Guiglia diventerebbe gia’ un buon giro. Alla sosta acqua, Gianluca mi fa notare che ho i tubolari un po’ frusti, e mi riprometto di andare piu’ piano del solito, sarebbe da stupidi fare un incidente (giuro ho detto proprio cosi’) adesso che parte la bella stagione…

Non si fanno mai i conti con il destino…. Scendendo da Rocca Malatina verso Guiglia, in un tratto rettilineo, senza macchine in senso contrario, io sulla riga destra, quasi a filo dello scolo d’acqua, vengo affiancato da Roberto (quello in mezzo nella foto) e a nostra volta superati da un furgone bianco con il cassone grigio che stringe secco quando ancora era a meta’, e urta Roberto sulla spalla e sul manubrio. Non stiamo andando fortissimo, ma -dai miei ricordi- ricordo la ruota anteriore della sua bici sotto la mia e poi ho il ricordo della mia posizione raggomitolata (e le sue urla) e la successiva -nitida- sensazione di quando ti risvegli da uno svenimento. Infine il Doc che mi toccava dappertutto per capire eventuali traumi.
Gianluca, il Doc, che era pochi metri piu’ indietro e’ riuscito a non cadere e poterci soccorrere subito, senza purtroppo prendere riferimenti del furgone perche’ se ne e’ guardato bene dal fermarsi, il  vigliacco. Il resto avviene abbastanza velocemente, ed essendo rimasto cosciente, pur con un discreto dolore localizzato al gomito destro. Mi sta vicina una barista del Camera Cafe’ di Guiglia, e poi un’altra persona che scopro essere una Franchini, mia amica di FB.
 
L’ambulanza arriva, e diventiamo i peggiori pazienti del mondo: prima mi metto a sedere e mi impongono di sdraiarmi, poi riusciro’ a farmi un selfie (la prima foto sulla barella, subito postata su FB), urlo al doc di spegnere il Garmin, poi le continue richieste sulle condizioni di Roberto (e lui sulle mie), che comunque sembra messo peggio, dato che ha spaccato il casco cadendo anche di testa. La mia ferita al gomito butta parecchio sangue, ma per il resto non mi sembra di avere altro. Quando arriva la seconda ambulanza ci portano a Vignola, e li ci fanno i vari esami. Per me sono soprattutto raggi, ma anche la TAC alla testa, dato che ho detto di essere svenuto (ma credo non sia la sola ragione).
 

Ora sono le 18.30, l’incidente e’ avvenuto circa alle 13.15, alle 14 e passa eravamo al Pronto Soccorso di Vignola (codice giallo). La radiologa, una dottoressa che sara’ bravissima ma con una simpatia inversamente proporzionale, quasi a malincuore mi dice che non ha posti letti per ricoverarmi ed operarmi, e che puo’ cercarmi posti letto solo nel modenese, consigliandomi di rifiutare il ricovero e andare al Rizzoli la mattina seguente.
Saluto Roberto che non riescono a mettere in piedi (sviene continuamente) e torno a Bologna con Carla, nel frattempo avvertita e arrivata a Vignola. La bici e’ al sicuro ma a Guiglia (tuttora), la macchina viene recuperata dal parcheggio e portata a Vignola grazie a Gianni, pure lui accorso al nostro capezzale, come Pier Giorgio, unico nel risollevare il morale. Un immenso grazie anche a lui.

Eccomi dunque ricoverato al Rizzoli (siamo a giovedi mattina) e gia’ a digiuno. Si perche’ appena possibile saro’ operato. Il gomito e’ fratturato, o meglio. l’olècrano, in piu’ punti e scompostamente. Per non farci mancare niente, il coronoide e’ distaccato (sono gli archi terminali dell’omero che tengono l’articolazione del gomito con il radio e l’ulna). In serata verra’ aggiustato tutto con una piastra e 5 viti, piu’ un filo di Kirschner. 
Con un immenso grazie al Dott. Trisolino e al Dott. Bracci  che saranno esperti di anca e ginocchio, ma anche dei gomiti ne sanno. Poi grazie anche al dott. Leonardo Marchesini Reggiani, che ho introdotto al triathlon, precipitatosi in camera appena viste le foto su FB.

 

Anche qua subiro’ le angherie di PG che aumentano la mia determinazione alla guarigione, perche’ tutti dubitano che io riprenda la piena funzionalita’ (soprattutto estensiva) del gomito. 

 

 

Eccomi a casa, sotto antibiotico e con un tutore: 5 giorni e poi di imizia con la macchina kinetic, mobilizzazione passiva, e li verra’ fuori l’ironman. Adesso riprendo la piena funzionalita’ del gomito, poi mi metto in caccia del pirata… E lo prendo, uh se lo prendo…

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