Fulvio

Fulvio Pierangelini e’ un omone che si schermisce a me che gli chiedo di autografare il menu’ e ci saluta a lungo dopo che Carla lo investe di complimenti (meritatissimi). E’ un omone come Vissani, per paragonarlo ad un altro cuoco celebre. E’ lo chef de Il Gambero Rosso di Livorno che eccezionalmente ieri sera era a Bologna, a costruire un menu’ con ingrediente regina la mortadella. la Bologna, come impropriamente viene chiamata altrove. Spettacolare il risultato. Un crescendo di sensazioni. Fino al dolce (?) -sempre con mortadella- inaspettato (e bissato, cogliendo l’attimo).

Gelato al pistacchio e al pepe, sfoglietta di mortadella e cioccolato, verdure candite. Ma eravamo gia’ deliziati dalle cappe sante (anche se “estreme”) e dall’orata con i carciofini, in cui la mortadella faceva capolino nella purea di patate… Serata conviviale, con 50 persone 50 a condividere questa serata, e l’omone stesso. Citazione di merito al pane, finalmente un Pane con la P maiuscola.

Altre serate (sono previsti Bottura e Cedroni, fra gli altri) seguiranno, purtroppo i posti sono stati bruciati in pochi minuti, come l’iscrizione ad un Ironman USA, ma sono certo che altri monumenti della cucineria italiana arriveranno, e noi faremo in modo di esserci, perche’ non ci si sazia, e’ bene dirlo, (per questo c’e’ Sandoni. prima, e il Maalox dopo) ma si ottengono sensazioni inimmaginabili.

Unica nota non positiva, l’abbinamento dei vini (tutti spumanti MonteRossa, altissima qualita’, e’ bene dirlo,) ma forse troppo importanti e un po’ soffocanti. Eccezionale il Rose’ brut, il Prima cuvee, meno il Saten, eccessivo per i ravioli delicatissimi.

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