IM Florida 2006 – I remember

A Winter IM – Un IM invernale
29 ottobre: Panama City Beach. Dopo un viaggio piuttosto pesante siamo finalmente nell’appartamento SE1011 del Condominio SUNBIRD, ad un tiro di schioppo dalla TZ dell’IM. Anche se e’ stata dura, perche’ partiti da Bologna alle 6 e 20 (quindi alzatici alle 3), arrivati alle 8 e 40 ad Amsterdam, siamo ripartiti per Memphis quasi alle 2 del pomeriggio (e meno male che ci siamo potuti rilassare in una Vip Longue!), siamo arrivati a negli Usa che in Italia era gia’ oltre mezzanotte ed infine a Panama City alle 21 locali (le 2 in Italia).

Gia’, quindi il viaggio pesante, poi una volta arrivati avremmo dovuto raggiungere Panama City Beach (5 km) trovare il Sunbird e prendere possesso dell’appartamento. E infatti la cosa non e’ stata semplice. La reception del Sunbird era chiusa (un cartello avvertiva di rivolgersi al Beachfront) una volta la’ un altro cartello ci dirigeva al condominio del BF, e finalmente Jessica, occhi grigi e nonna veneziana, ci dava le chiavi. E le istruzioni.

Infine, la casa e’ accogliente e spaziosa ma vuota di generi di conforto, e quindi siamo riusciti per andare a fare la spesa. Per fortuna vicina. Uh, che  giornata pesante.

30 ottobre. Panama City Beach. Le fatiche del viaggio sono svanite! Un cielo terso un mare verde smeraldo piatto si paventano dal nostro balcone. Che spettacolo! Ho gia’ contattato Pasqualone (Pierluca Pasquali, che con Aldo Nobili e me fara’ questo IM, Paolo Corinaldesi , invece, e’ qui perche’ il 12 novembre fara’, a Clearwater la finale del 70.3 ovvero la Kona dei mezzi IM) e stamattina andremo a montare la bike. Gia’, e cosi’ ci prenderemo la prima fregatura: 60 dollari per 10 minuti di lavoro! Steve’s sulla 23ima, ricordatevelo, non ci andate!

Quindi siamo andati a prendere un caffe’ e un pan cake, cosi’ il nuoto lo faro’ domattina appena sveglio, poiche’ i vari cantieri dei palazzoni in costruzione attaccano alle 6 e mezzo, e non consentono di stare in panciolle. Poi faro’ -come da tabella- allenamento in bici. Un’oretta per provare il cavalcavia che rappresenta la massima difficolta’ del percorso in bici, oggettivamente facile, come abbiamo visto nel pomeriggio, io e Carla, facendone l’intero tragitto in auto.

31 ottobre, Panama City Beach. Solita sveglia (alle 6.45) per  i lavori nel palazzo in costruzione di fronte, cosi’ ne approfitto per fare un bel 20 minuti di nuoto, prima di un’abbondante colazione. Poi, sentiti Pierluca e Paolo (Aldo arrivera’ domani) decidiamo per un “sessantello” in bici, giusto per vedere come va la gamba. Paolo  va forte, tanto lui ha la gara il 12, e Pierluca, abituato alla scia gli si accoda. Io preferisco stare solo, cosi’ in pochi km mi lasciano indietro. Poi arrivati al cavalcavia, vedo Pierluca che torna indietro, ma non Paolo. Cosi’ tracheggio un po’, e capito di essere solo mi faccio 5 volte il ponte in SFR, poi rientro. 50 km in 110 minuti. Nel pomeriggio un bel giro fino a Destin per compere nei factory stories di Guess, Banana Republic e altri.

1 novembre. Panama City Beach e Talahassee. Stamani, dal momento che alle 6 e mezzo eravamo gia’ svegli, ne abbiamo approfittato per una corsetta di mezzora, ma la mia schiena mostra segni di stanchezza: sono praticamente bloccato. Oggi aprivano le registrazioni, e per non perdere tempo, alle 10 sono in fila: in pochi minuti sono dotato di ogni cosa per la gara. Dopo un piccolo giro per l’expo raggiungo Carla in spiaggia, ma e’ veramente troppo caldo: cosi’ dopo poco torniamo in casa, pranziamo e partiamo per Talahassee. Destinazione Abercrombie & Fitch, una catena di negozi di abbigliamento molto conosciuto, qui, e molto ricercato dagli italiani, anche perche’ non esiste un rivenditore in Italia.

2 novembre Panama City Beach. Uhm… Un vento freddo sta sferzando la zona. Stamattina era fresco, stasera gelido. Mattinata in giro, perche’ oltretutto la schiena mi fa malissimo. Nessun allenamento e’ possibile. Ed anche per la gara non la vedo bene. Abbiamo girato per le expo alternative e abbiamo trovato le Burn 3 della Brooks a 69 dollari, ovviamente non le abbiamo lasciate li’. Nel pomeriggio Carla e’ andata in spiaggia mentre io mi riposavo. Poi Carbo dinner bello carico e tante chiacchiere, alla fine abbiamo lasciato perdere alle 7 e mezzo.

3 novembre. Panama City Beach. Un freddo incredibile. Raffiche di vento gelido impongono un ripensamento al vestiario per la gara e sono costretto a considerare piu’ cose da indossare. Dopo colazione vado a vedere il famoso stand Gatorade dove danno bibita e borraccia. Poi mi dirigo verso la colazione gratuita offerta dalla chiesa locale, ottimi pancake allo sciroppo d’acero e bangle con formaggio Philadelphia! Meno il caffe’, ma “a caval donato….”. Ritornato alla casa prendo il pc e mi collego al web, ma poi anche Carla vuole assaggiare la colazione free.

E’ quasi ora di fare il check in e ne approfitto per comprare i flip flop per le scarpe, e incontriamo Pierluca, Paolo  e Ironobili (Aldo Nobili), 2 chiacchiere e poi torniamo a casa, per prendere bike e sacche, che porto alla TZ, mentre Carla va in spiaggia. All’una torno a casa e mangiamo. Poi attesa per la cena e la gara.

4 novembre Panama City Beach, l’IM -DAY. Gli IM sono uguali e diversi a se stessi. So benissimo che andare prima delle 5.30/6 e’ inutile, eppure alle 5 e 20 fremo per uscire…. Fa un freddo incredibile. 6 gradi appena, e il vento non si placa. Sono ancora indeciso su cosa mettermi una volta uscito dal mare, e per sicurezza prendo anche la Skinfit rossa. Poi ci avviamo, e’ un flusso continuo che converge verso la TZ, Ancora piu’ facile, qui: neanche arrivati che i body painter sono talmente tanti che sono disoccupati!

Un vento freddissimo sferza di continuo, e si fa fatica a maneggiare le cose, per via del freddo. Mi metto la muta in fretta, con l’aiuto di Carla, e mi avvio all partenza. Sono le 6 e 25. Ho deciso, dopo il nuoto partiro’ con lo Skinfit rosso, tanto una gran temperatura non diventera’ (max prevista, 16). Paradossalmente la sabbia e’ gelata ma il mare e’ caldo. Tremo dentro la muta, e per stare meglio entro in acqua. Solita partenza differita e anticipata per i pro, (10 minuti) e dopo un solenne inno, alle 7 in punto partiamo.

Il mare e’ mosso, e dopo 3 bracciate il lombare urla tutto il dolore… sono costretto ad una bracciata monca. L’onda tira a destra ma mi ritrovo a sinistra delle boe, ovvero dentro il perimetro delle boe, con la gente che mi arriva addosso dappertutto. E’ una tonnara come al solito, ma piu’ disordinata e maleducata del solito. In breve arrivo alla boa di giro (un rettangolo da ripetere 2 volte) e subito noto che i controlli sono assenti. Decido comunque di “toccare” la boa (sono sempre a sinistra, e girarci attorno sarebbe stata lunga :-)) cosi’ come alla seconda boa di giro. Arrivo al primo giro in 36 minuti senza nasello perche’ uno me l’ha strappato via con una bracciata vigorosa, e con un crampo.

Sono gia’ molto incavolato. Il secondo giro e’ duro, sono sempre circondato di nuotatori della domenica, che mi arrivano addosso, mi passano sopra…. Una medusa, rosa, placida galleggia nel mare sotto di me. Speriamo che sia l’unica. Lo sara’, per fortuna.  Finisco in 1.19, un po’ frastornato e gia’ infreddolito. 
Sento una voce “Vai Fede!”, mi giro ma non vedo Carla… Ma non c’e’ tempo da perdere, mi faccio sfilare la muta, prendo la sacca bike e mi infilo nella tenda cambio: un girone dantesco con tutti che cercano un angolo per cambiarsi, vestirsi…. Mi infilo un giornale sullo stomaco, non voglio rischiare… Il freddo e’ incredibile.

Impieghero’ 9 minuti, ma mi sono sembrati ancora di piu’. Avevo legato le scarpe alla bici per fare prima e non correre con le scarpe magari rischiando di rompere le tacchette, e una volta uscito dalla zona cambio sono talmente cotto che non riesco a partire.. Niente: ho dovuto smontare le scarpe dai pedali, indossarle e finalmente riesco a partire! Il vento dovrebbe aiutarci un po’, ma con tutti questi palazzoni il vortice e’ tale che e’ sempre contro, mi devo rassegnare. Poi su verso nord e poi ad est. Per 90 km il vento sara’ sempre contrario (o quasi) ma si va benino. Cerco se posso di approfittare di qualche protezione (non scia), dal vento ma dovrei stare a destra per stare sottovento e chi mi supera non mi aspetta…

Comunque vado bene, anche i piedi sono in buone condizioni. Provo a forzare, tanto so che di corsa non andro’. Arrivo finalmente a girare verso sud ed e’ un’ altro andare: 35/38 all’ora! Intanto mi fermo a fare pipi’ e a mettermi le calze. Le dovro’ togliere (al volo) dopo pochi km perche’ mi fanno caldo (sopra ho sempre freddo). Le gambe, poi sono gelate: se becco quello che ha detto: “Tanto alla gambe non si ha mai freddo!”

Intermezzo con sospetto insetto, mi tolgo al volo il caschetto, e constatato che non ho nessun ospite, riesco con difficolta’ a rimetterlo…Ma riesco a non fermarmi. Spero che non passi il giudice proprio ora! Anche se qui i controlli sono scarsi, hanno la macchina fotografica e ben difficilmente si scappa alla penalty. Al 150imo km incontro Andreas (Fink, conosciuto in Canada, bolzanino giramondo per gli Ironman, questo e’ il suo quinto…) sdraiato sul prato, poi scopriro’ che ha forato per la seconda vola e sta aspettando il meccanico.. Alla fine impiego 6.18, (28.9 kmh di media) e sono contento perche’ non sono distrutto. Carla era davanti all’hotel e non si aspettava di vedermi arrivare cosi presto e tutta contenta si affretta per l’uscita di corsa.

4 minuti e mezzo per passare alla corsa, fa ancora freddo e decido di correre cosi’. Poi dopo, nella special needs ho i guanti e la maglia del Pasta Granarolo per l’arrivo. Carla e’ riuscita a vedermi partire, e mi impone di correre… Va beh, per accontentarla faccio la mezza in 2h e 40, corricchiando e anche i piedi non vanno malissimo, solo una paio di soste per massaggiarmeli.

Al giro di boa impongo un massaggio ai piedi a Carla. Prendo la maglia dalla Run Special Needs e riparto. Al 25 km cammino. Forte, ma cammino. Sara’ dura. Arrivo al giro di boa dei 32 km un po’ desolato, forse non riesco a battere il mio record… Riprovo a correre: durissima. Alla fine correro’ l’ultimo miglio, con la forza della disperazione. Poi, al solito, il delirio, la medaglia, la maglia, e Carla, stavolta vicina….
Cerco la tenda dei massaggi e mi infilo nella tenda medica, sdraiato quasi a forza mi stanno per mettere una flebo quando capisco di aver sbagliato: mi consola sapere che vestito con medaglia sono 181 libbre, poco piu’ di 81 kg e mezzo. Esco di corsa, ma del massaggio devo farne a meno, freddissimo e vento ci costringono a trovare in fretta il ristoro del cibo e a salutare Andrea Fink (arrivato nel frattempo) e Aldo Nobili, che, in odore di Kona (5° di categoria), cerca di sapere quanti slot ci sono per il suo age group.

Ho finito il terzo IM del 2006 (il mio sesto assoluto), ma chi lo avrebbe detto?

5 novembre Panama City Beach. E’ il day after ed i postumi sono notevoli… Non appoggio il piede sinistro, per via della tallonite, in piu’ le gambe fanno malissimo. La schiena e’ a pezzi, ma il resto e’ ok 🙂 Ancora non mi capacito del tempo a nuoto  di Pasquali, 52′ (5° tempo assoluto, PRO inclusi)… Ma come avra’ fatto?

Mangio malissimo (ovvero di tutto e di peggio, da un hamburgher al McDonalds, ai Cinnnmom Rolls, da una coca a liquidi improbabili), ma il giorno dopo e’ sempre cosi’… E dopo essere andato all’expo per le foto ed il certificato ritorniamo a casa dopo esserci complimentati con Sebastian (Pedraza, un pro argentino naturalizzato italiano) per il suo risultato. E’ ora di fare le valigie: facilmente ripongo, smontandone i pezzi principali) la bici nella valigia, e comincio a radunare le altre cose. Siamo partiti con una valigia e mezza, ripartiamo con due valigie strapiene… Miracolo degli Stati Uniti….

Alle 5 e mezzo, puntuali, andiamo all’Award party, e dopo aver “cenato”con Sonie (Jongstra, pro olandese conosciuta a Memphis all’andata), discorrendo di IM, salutiamo la compagnia. E’ tardi, ma ancora abbiamo fame e mangiamo (per finirla…) l’insalata rimasta e beviamo delle sontuose Bud.

6 novembre, in volo. Le comiche. Stamattina ricevo un SMS da Pasquali dove mi chiede se possiamo dare un passaggio a Nobili. Ovviamente si, e’ gli do appuntamento per le 12 e 30. Mi richiama e mi dice che Aldo prende un taxi perche’ e’ troppo presto. Noi, intanto siamo a Panama City allo Starbuck a goderci un Frappuccino con panna (Creamer). Richiama ancora e ci dice che ha cambiato idea, ancora, e che e’ ok, viene con noi. Quando stiamo per ritornare verso il Long Beach, il loro condominio, ultima chiamata, prende un taxi…. Vabbe’, noi proseguiamo per downtown Panama City, assolutamente anonimo.

Come il Big Mac Meal (Menu, da noi) che vorremmo gustarci, ma ahinoi ci rovina la giornata, rimanendoci sullo stomaco per un bel po’. Una volta era carne eccellente e le patatine erano mitiche… Ora la qualita’ e’ pessima! Infine in aeroporto, ed ora in volo sull’oceano. Saremo ad Amsterdam alle 11 e mezzo locali, quindi sara’ un volo un po’ piu’ corto per via del vento in coda. Ultimo brivido, come spesso accade, la mia bici e’ rimasta a Panama City, arrivera’ domani. Vabbe’, ora la gara l’ho fatta, non ho piu’ fretta!

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