Un mito, quando lo diventa, rimane tale. Ma, ogni tanto, ricordarlo a se stessi, (prima che ad altri) e’ la cosa migliore. Cosi’ nasce l’idea di continuare a praticare queste gare al confine della pazzia sportiva e mentale. E -come nel mio stile- lo devo fare esagerando, e cosi’ quest’anno mi sono gia’ iscritto a due Ironman, ma ho intenzione di farne tre.
Ed e’ per questo che oggi, 23 maggio, siamo al Jurere Beach hotel, Florianopolis, Brasile. Ho deciso di affrontare questo Ironman per due motivi: uno perche’ “sembrava” un percorso piatto e tranquillo (soprattutto in bici), e poi perche’ con Carla avremmo avuto l’occasione di conoscere meglio il Brasile, trascorrendovi alcuni giorni dopo l’IM.
Ci siamo affidati all’Endurance Sport Travel di Ken Glah,
E’ nuvoloso ed anche un po’ freddo, e dopo aver portato la bici in camera cado addormentato (Carla lo e’ gia’). Alle 21 a fatica andiamo a cena, ma vediamo che ci sono altri IM, tutti con la maglia di IM finisher, dalla piu’ prestigiosa delle Hawaii fino alla piu’ strana, come quella del Giappone. Io, naturalmente indosso quella svizzera…
Oggi, 24 maggio, ci rechiamo alla zona start/expo, distante dall’hotel 3/4 km, ma si fanno bene, sia sulla spiaggia (l’hotel e’ sulla spiaggia) sia per la strada, dove vediamo gia’ altri IM che si allenano. Sono riconoscibili dalla bici ultra tecnologica, con postura da crono e anche dalla ruota lenticolare posteriore, che in un percorso piatto aiuta molto.
Decido di farmi un po’ del percorso, ma mi pento quasi subito: il fondo stradale e’ pessimo, e gran parte e’ sulla “Rodovia”, ovvero l’autostrada che attraversa l’isola, con auto e camion che sfrecciano sfiorandomi ripetutamente. Ho pero’ modo di provare una delle salite, non impegnative, ma “fastidiose”. Sono tre in tutto (e tre nel senso contrario), da fare 2 volte.
25 maggio, dopo una dormita d’altri tempi (11 ore!) facciamo un abbondante colazione e alle 10 parto per il course tour, ovvero l’ispezione guidata del percorso gara a pagamento con l’ETS, ma Ken non ha le idee chiare, perche’ il percorso e’ cambiato dall’anno scorso, e si sbaglia spesso. Comunque il concetto e’ chiaro: se rimane questo vento saranno dolori. Ritornato in hotel sfodero la muta e testo il mare, l’onda c’e’ ma non da fastidio. Concludo la giornata con un po’ di corsa, piu’ che altro per passare il tempo.
26 maggio, finalmente un po’ di mossa. Stamattina distribuiscono il kit gara (ed il mitico braccialetto!),
27 maggio, dopo un giro in citta’ (meglio descritto e documentato nel diario di viaggio) nel pomeriggio preparo fra mille dubbi le sacche, una per la bici, blu, una gialla per la corsa, una nera per la muta, una bianca per il dopo gara, la rossa per gli “special needs” della corsa e la verde per gli “special needs” della bici. Il pasta party e’ un delirio, invece: un festival di pasta e frutta a cui atleti e accompagnatori diamo l’assalto, fra ballerine di samba, spettacolo di capoeira e presentazioni varie ben presto diventa una festa. Conosco un italiano (Rolando Alberti) che si e’ portato la claque, 6 amici che dovranno sostenerlo.
29 maggio. “The” Day. Cominciamo male. Dopo la sveglia (ore 3 e 30) per colazione niente pasta, pane e gallette ma niente pasta. Poi ho problemi ad andare di corpo, il che mi innervosisce molto. Comunque alle 5 dopo la marchiatura -pettorale 188, sono in zona cambio.
15:03:03. Migliorato, rispetto a Zurigo, di 22 minuti totali, ed in tutte le frazioni tranne la maratona. Anche in classifica generale (921imo) e di categoria (137imo), almeno 70 atleti alle spalle e 6 o 7 della mia categoria. E la consapevolezza che con (molto) meno vento avrei potuto fare (molto) meglio.
Alla fine la meritatissima medaglia e la maglia, un trofeo preziosissimo, per chi, come me e altri mille atleti, aspira a finire un Ironman.
Il mito e’ salvo, ma che fatica! Arrivederci a Sherborne (UK), il 21 agosto 2005.
Ah, Sebastian Pedraza arrivera’ 20imo, Rolando Alberti si ritirera’ e gli altri italiani otterrano un tempo fra le 10 e le 11 ore.
Gli immancabili ringraziamenti, come sempre in ordine sparso.
Carla, mia moglie
I miei genitori
Andrea ed il personale di Sport Specialist
Andrea, V-Trainer e Massaggiatore Shiatzu
Luca Villa, personal trainer paziente di nuoto
Il Gira, Federico Girasole
Sergio Amaducci, “boss” della G.S. Pasta Granarolo
I ragazzi della Granarolo: Pesco, Pierluca, Samma, Gambero, Albi, Patrick, Fornasari, Branca-Bracco, Roberto, Federico, Ettore, Jack, Mazzotti, Luciano, Giampaolo, Alessandro, Simona, Terbonetti, e tutti quelli di cui non conosco il nome.
Marco Comellini, il medico
La Farmacia degli Alemanni
Anna ed il Melograno Centro Yoga
La piscina Spiraglio, Max, Valentina, Paolo, e Pina.
Maurizio, Ulisse e Laura della piscina Stadio
Mauro e Marco baristi ineffabili del bar Atelier Giuditta
Marco edicolante efficientissimo di Porta Mazzini
Gli Edicolanti di P.zza Trento
Il centro fitness Virgin Active di Casalecchio
Michela, Max e Maurino, spinnig trainer
Le ragazze della fotocopisteria di Via Broccaindosso
Simone, che e’ una vita che dobbiamo uscire in bici assieme
Phil di R&A Cycles di New York
Ken Glah della Endurance Sport Travel
Sebastian Pedraza e la sua splendida consorte
e infine ancora ROBERTO, colui che mi ha spinto al Triathlon per vedere se un quarantenne ce l’avrebbe fatta. E si’, anche lui si e’ cimentato in questo sport con ottimi risultati.