Perche’ si’, va bene il filmatino che distrae (e dosa lo sforzo senza intervento umano) va bene Nikki (o la Pina e Diego, o Albertino) in sottofondo ma la vista e’ sempre quella di un corridoio buio davanti, una libreria a destra e a sinistra, un tappetino ex yoga sotto. E poi i 20 gradi casalinghi in poco tempo diventano 40 sui rulli. Con sudorazione stile sauna finlandese e conseguente lago sotto la bici. Tacendo di qualche gatto suicida che vuole capire perche’ quella gamba si muove in tondo.
Cosi’ ieri sera, dopo che per tutto il pomeriggio cercavo di rimandare l’ineluttabile, sono salito sulla bici fissata ai rulli (visibile nella foto sotto dietro di me), attaccato il tutto al pc, e fatta partire gli ultimi 30 chilometri della Milano-Sanremo, mi sono infilato in una cosa piu’ grande di me. Esercizio a parte (serie di variazioni di cadenza), ho affrontato la salita della Cipressa e del Poggio, e meno male che ero sui rulli, senno’ se fossi stato veramente sui pedali mi sarei ribaltato, tanto ero in souplesse. Un colpo di pedale, un moccolo.
Temo che il famosissimo triathlon di Sanremo non mi annoverera’ mai nei partenti, tanto meno fra i finisher. Anche se si affronta solo il Poggio (ma per 2 volte). Quindi corro e nuoto, affrontando sbalzi di temperatura incredibili, ma almeno aiuto il corpo ad ridurre gli eccessi post NY.
Ora qualche giorno di riposo, poi si riparte.