In questi casi il bivio anticipato con le “corte” aiuta molto, cioe’ appena partiti non si decide mai per il percorso piu’ breve, ed infatti mi ritrovo sul percorso lungo. Neanche il tempo di complimentarmi con me stesso per la scelta che sacramento: l’erta salita al borgo di San Pietro e’ una coltellata, e mi costringe al passo. Le cose peggiorano (psicologicamente) con Marino che mi raggiunge corricchiando e poco piu’ avanti c’e’ Roberto che ci aspetta dichiarando che si e’ gia’ ritirato 3 volte.
Sono entrambe vecchie volpi, e so bene che possono lasciarmi li’ in qualunque momento ad ansimare e fino a 3 chilometri dall’arrivo fra un “sono cascato dall’albero mentre potavo e ho un taglio alla tibia che non dovrei neanche correre” (Marino) e un “sono tornato ieri dalla Repubblica Ceca dopo 15 giorni di trasferta di lavoro a mangiare e bere fino a strozzarmi” (Roberto) il passo e’ piu’ simile al mio (5.30/km) che non al loro (4.30/km), su queste distanze. Cosi’, sull’ultimo strappo prendo coraggio e provo l’allungo.
Non sono molto convinto, perche’ le gambe urlano ancora dalla seduta in palestra di venerdi, ed il polpaccio sinistro tira in modo preoccupante. All’ultimo km sento le vecchie volpi alle mie spalle conversare tranquillamente, ed io che ero allo spasimo ho preferito fare l’ultimo chilometro come defaticamento. Insomma, li battero’ in un’altra vita, quei due li’. Il test, comunque e’ andato bene, i piedi hanno tenuto, alla fine corro meglio senza plantari e con le Dyad 4, piu’ “cushion” delle Glycerin 5, sempre Brooks. Soccia che freddo, pero’…
Molto peggio i saliscendi e gli ultimi 2 km in salita alla garda trentino Half Marathon…e soccia che freddo!
Eh, certo, in Trentino a meta’ novembre mica ci puoi trovare le margherite in fiore ed il tepore primaverile!
:-))